Croccante e granuloso all’inizio, arrendevole sul palato poi, lascia un piacevole aroma di mandorla: è il Cantuccio Toscano.
L’origine dei cantucci risale almeno al XVI secolo. Il nome sembra derivare da “cantellus”, in latino “pezzo o fetta di pane”, una galletta salata che già i soldati romani consumavano durante le campagne militari. Altri fanno derivare la parola da “canto”, angolo, piccola parte. A partire dalla seconda metà del ‘500, troviamo questi biscotti alla corte dei Medici, anche se pare non contenessero ancora le mandorle. L’Accademia della Crusca a fine ‘600 dà la prima definizione di “cantuccio”: “biscotto a fette, di fior di farina, con zucchero e chiara d’uovo”.
Orgoglio del Made in Italy già all’epoca, i Cantucci vennero portati all’Esposizione Universale di Parigi nel 1867 riscuotendo un grande successo. A partire dal ‘900 i Cantucci con le mandorle iniziarono ad essere prodotti in tutta la regione sempre più su larga scala. Nel 2011 nasce l’associazione di produttori per ottenere il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta, IGP, che è arrivato nel 2016 e comprende l’intero territorio amministrativo della regione Toscana.
La caratteristica di questi biscotti è proprio la loro forma allungata, che non dovrebbe superare i dieci centimetri di lunghezza e i quindici grammi di peso. L’esterno è dorato, l’interno ha una lievissima alveolatura e tante tante mandorle.
All’impasto viene data la forma di un filone e, una volta cotto, tagliato ancora caldo in fette che poi saranno ripassate in forno per altri cinque minuti. È proprio questo passaggio che rende i cantucci così fragranti. Tra l’altro, la doppia cottura li rende difficilmente deperibili e, se conservati in una scatola ermetica, mantengono intatto tutto il loro gusto per settimane.
Non possiamo parlare di cantucci senza parlare di Vinsanto, un altro dei prodotti più rappresentativi della Toscana. Cantucci e Vinsanto sono la coppia vincente del fine pasto e molte trattorie fanno a gara a offrire i più buoni. Vanno gustati insieme, ma il cantuccino, attenzione, non va mai intinto. Perché chiaramente, una volta inzuppato, perde la sua croccantezza e, se anche qualcuno lo preferisce più tenero, i puristi storcono il naso.
Se non vedi l’ora di assaggiarli, ti aspettiamo nella nostra trattoria!
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